Domenica 20 Settembre 2020

COMSUBIN: le origini e la leggenda

di Redazione FIAS

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Nella notte scura che avvolge il porto di Alessandria d'Egitto, un uomo sta nuotando a pochi metri dalla corazzata Vailant. Una sentinella sulla prua lo nota ed esplode contro la sua sagoma indistinta una raffica di mitra. Subito si accendono mille riflettori che illuminano a giorno il porto egiziano.
Nell'aria risuona lacerante l'urlo di mille sirene mentre vengono messe in acqua moto-barche cariche di uomini armati.
La caccia è breve.
Sulla coperta della Vailant, ancora gocciolanti d'acqua, giungono due uomini, le nere tute di gomma sono sporche di nafta.
Il loro abbigliamento, in quel 19 dicembre 1941, lascia ormai pochi dubbi agli inglesi. Spogliati dei loro indumenti d'assalto, i due rimangono con le tute di bordo della Marina Militare Italiana.
Il tenente di vascello Luigi Durand De La Penne e il capo-palombaro Emilio Bianchi vengono rudemente interrogati ma si rifiutano di fornire particolari sulla missione loro affidata.Gli inglesi sono a conoscenza dell'audacia degli incursori italiani che hanno soprannominato frogmen, "uomini rana" per le pinne che indossano, allora un segreto militare.

2020-09-20-comsubin-1Non riuscendo a far parlare i prigionieri, decidono di rinchiuderli sotto la linea di galleggiamento della nave, nella posizione più adatta per essere investiti dall'esplosione della carica che, gli inglesi lo sanno, De La Penne e Bianchi hanno piazzato sotto la Vailant.
Alle 6,15 con cronometrica puntualità, l'esplosione.
La nave sussulta, si piega sulla sinistra, gravemente danneggiata si corica un po' sbandata sul fianco.
De La Penne, frastornato ma ancora vivo, si accorge che il portellone ermetico della sala dove è rinchiuso, per un fortunato miracolo si è aperto.
Si getta nel varco delle lamiere contorte, cominciando la risalita verso il ponte, in mezzo al caos dell'equipaggio che cerca di mettersi in salvo.
Sulla tolda ricompare anche Bianchi.
Intanto anche la corazzata Queen Elizabeth, ancorata a 500 metri, salta in aria.
Si solleva dal mare per un lunghissimo istante e poi ripiomba con violenza sull'acqua. Dal fumaiolo vengono scagliati ovunque pezzi di ferro e nafta che arrivano anche sulla coperta della Vailant.
I due italiani si abbracciano felici, mentre intorno a loro cresce la costernazione e la rabbia livida degli inglesi.
La Queen Elizabeth era l'obiettivo dell'equipaggio formato dal capitano del genio navale Antonio Marceglia e dal palombaro Spartaco Schergat, due istriani.
Alle 6 in punto era stata squarciata la nave cisterna militare Sagoma che aveva coinvolto nell'esplosione anche il cacciatorpediniere Jervise inondano il porto di Alessandria con le sue diecimila tonnellate di carburante.

L'azione di Alessandria fu la più straordinaria e clamorosa azione nella storia di tutti i gruppi incursori subacquei. La data ufficiale della costituzione dei Reparti di Assalto della Marina Militare risale al 1935, gli incursori di allora si dedicarono alla ricerca e allo studio di armi speciali.
Tra questi uomini si distinse il maggiore del Genio navale Teseo Tesei, al quale va il merito della realizzazione di un mezzo subacqueo a metà strada tra il sommergibile e un piccolo aereo sottomarino.
Si trattava di una specie di siluro con una cloche che consentiva il comando dei timoni di direzione e degli alettoni di quota. La prua smontabile era formata da una grande carica di esplosivo.
Questo mezzo denominato ufficialmente "siluro a lenta corsa" fu chiamato "maiale" dagli uomini della X Flottiglia MAS, nome destinato a rimanere per sempre nella storia.

Gli incursori italiani realizzarono le loro imprese con una apparecchio respiratorio a ossigeno puro, prodotto sotto licenza militare.
L'autorespiratore a ossigeno ARO, che racchiudeva la sua qualità principale nel fatto di lavorare a circuito chiuso, senza emissione di scarico di bolle.

Da ricordare Luigi Ferraro, eroe di Alessandretta e Mersina, il più grande incursore subacqueo di tutti i tempi, più coraggioso di Durand De La Penne, più freddo e autentico di James Bond, padre nel dopoguerra della didattica subacquea italiana, per decenni la migliore nel mondo, disegnatore e artefice di prodotti destinati a cambiare il destino dell'attività sportiva subacquea.

*tratto da Enciclopedia del sub - autori - Andrea Ghisotti, Angelo Mojetta, Gianfranco Peroncini.

Raggruppamento Subacquei ed Incursori "Teseo Tesei" della Marina Militare Italiana

2020-09-20-comsubin-teseiIl Raggruppamento è intitolato alla memoria del Maggiore del Genio Navale Teseo TESEI, nativo dell’Isola d’Elba, ideatore del Siluro a Lenta Corsa, il "maiale". Il Maggiore G.N. Teseo Tesei e il Maggiore G.N. Elios Toschi, in seno al I° Gruppo Sommergibili, nel 1935 riprendendo e sviluppando l'idea della "mignatta" di Paolucci e Rossetti (I^ Guerra Mondiale) costituirono l'embrione dei mezzi d'assalto della Marina ed idearono il Siluro a Lenta Corsa meglio conosciuto come "maiale".
Nel 1938 presso il I° Gruppo Sommergibili, si costituì il Comando dei Mezzi d'Assalto assumendo quale nome di copertura 1^ Flottiglia MAS.

"Nel 1940 il Comandante Moccagatta riorganizzò il Comando dei Mezzi d'Assalto che assunse il nome di X^ Flottiglia MAS. Nell'ambito della X^ Flottiglia MAS venne creata la Scuola Sommozzatori, presso il porticciolo di San Leopoldo dell'Accademia Navale di Livorno.
In questa scuola, dal 1 settembre 1940, vennero accentrati ufficiali di tutti i corpi, sottufficiali e truppa provenienti da tutte le categorie, che si addestrarono all'uso dei primi autorespiratori ad ossigeno.
Al termine di una prima selezione, solo alcuni in possesso di elevati doti fisiche, morali e di carattere, entravano a far parte degli operatori dei Mezzi d'Assalto; gli altri venivano inviati ad altre destinazioni, a terra o a bordo, con la qualifica di sommozzatore".
(J. Valerio Borghese, La Decima Flottiglia MAS dalle origini all'armistizio).

TESEI, dopo aver curato gli studi e la realizzazione di vari mezzi d’assalto, pioniere di numerose azioni subacquee coronate da successo, perse la vita su uno dei suoi mezzi all’alba del 27 luglio 1941 nelle acque di Malta.

Complessivamente, nel corso dell’ultimo conflitto, dal 10 giugno 1940 all’8 settembre 1943, i mezzi d’assalto della Regia Marina affondarono o danneggiarono gravemente naviglio da guerra per 72.190 tonnellate e naviglio mercantile per 130.572 tonnellate; in particolare, le due navi da battaglia, VALIANT e QUEEN ELISABETH, l’Incrociatore pesante YORK, i Cacciatorpediniere JERVIS ed ERIDGE, ed oltre venti mercantili tra Piroscafi, Petroliere e Motonavi. I successi conseguiti costarono anche perdite crudeli, non soltanto di uomini.

I Sommergibili Iride e Gondar furono affondati durante i primi tentativi contro Alessandria, ed ancor più grave risultò il bilancio dello sfortunato attacco contro Malta (27 Luglio ‘41) in cui persero la vita, tra gli altri, TESEI e MOCCAGATTA, il Comandante della Decima, infine VISINTINI perse la vita a Gibilterra, nel tentativo di attaccare la Corazzata NELSON.

In riconoscimento del valore dimostrato dagli "Uomini dei mezzi d’assalto" della Marina militare sono state concesse allo stendardo della X^ Flottiglia MAS e successivamente alla bandiera del Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare

Medaglia d’Oro al Valore Militare Al personale dei "Mezzi d’Assalto" della Marina Militare (alla memoria o ai viventi):

29 Medaglie d’Oro al Valore Militare;
104 Medaglie d’Argento al Valore Militare ;
33 Medaglie di Bronzo al Valore Militare. Altissimo senso del dovere, abnegazione, dedizione generosa e totale all’assolvimento dei compiti, costituiscono oggi come allora l’essenza stessa del retaggio, della tradizione, della eredità morale degli operatori di COMSUBIN e dei Mezzi d’Assalto della M.M.I..


I Sommozzatori e i Palombari
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