Lunedì 29 Novembre 2021

Mamma! Voglio fare la Sirena!

di Redazione FIAS

Quante bambine, esattamente come la piccola Amarilli, hanno avuto lo stesso desiderio, quante ragazze avrebbero voluto trasformarsi in una bellissima ed elegante sirena, con una coda colorata e luccicante, lunghi capelli ribelli, per poter nuotare liberamente nel mare, giocare con i delfini, raccogliere conchiglie, giocare con le onde.

Da sempre presenti nel nostro immaginario, le Sirene hanno origine da una mescolanza di miti greci con quelli nordici penetrati attraverso i popoli che invasero l’Impero romano; le straordinarie Ondine del folklore germanico hanno molto in comune con le nostre Sirene; esse sono emblema sia del mare e della sua attrattiva ma anche della sua estrema pericolosità, sia della Bellezza e, per estensione, del Sesso: due elementi indicati come, allo stesso tempo, invoglianti e insidiosi.

La Sirena è evidentemente un modello femminile primordiale, tipico di una visione che contrapponeva uomini e donne; in ogni letteratura soprattutto europea è incarnazione di femmina che strega e seduce con la propria grazia e il canto armonioso. Come ibrido, ricorda quanto la natura possa essere manipolata, manipolabile e imprevedibile, così come possono essere infinite le sue sfaccettature: tanto ben raccontato da Omero nell’Odissea, è un personaggio della mitologia classica indicata come una giovane e prosperosa donna nella parte superiore del corpo e di pesce nella parte inferiore.

La coda squamata talvolta la precede, nelle acque del mare, o ne indica un suo passaggio che si manifesta a un pubblico esclusivamente maschile. Inizialmente, era raffigurata come donna-uccello, come si può vedere per esempio nella bella decorazione di un piatto del VI secolo a.C. oggi al Museo Louvre a Parigi.
Tale personificazione pennuta della Sirena era connessa alla meno affascinante e tempestosa Arpia, dal volto femminile e corpo da rapace, e il suo passaggio dal cielo all’acqua resta sconosciuto, come pure la sua personalità: ambigua.
La Sirena è, infatti, duplice, sia nell’aspetto che nell’indole: attira con la propria bellezza e i gorgheggi straordinari e ammalianti i naviganti, incantandoli ma poi conducendoli verso gli scogli rocciosi delle isole al naufragio.
Questo essere non è quasi mai isolato ma agisce più comunemente in piccolo branco, come a testimoniare quanto l’unione (femminile) faccia la forza: una forza, in questo caso, capricciosa e spietata che tramuta la grazia in orribile realtà.

Ma torniamo al nostro quotidiano: Manuela, mamma attenta e propositiva, amante del mare e istruttore di subacquea, incomincia la ricerca per soddisfare l'esigenza della sua vivace bambina e, viaggiando su Internet scopre il mondo “Mermaid”.
Si accorge così che questo è un desiderio comune a molte bambine, ragazze e donne, che esistono code bellissime e di vari materiali, un mondo di gadget dedicati, e decide di dare corpo e struttura a questa fantasia.
Coinvolge nell'avventura le sue amiche, Alessia e Lidia, anch'esse Istruttori di Apnea e Subacquea, e nasce così il Corso Mermaid.

Cos’è il Mermaiding? Questo nuovo tipo di fitness acquatico che sta facendo tendenza è un mix divertente e intrigante tra il nuoto pinnato praticato in superficie o in immersione in apnea, il nuoto sincronizzato e un pizzico di underwater theater. L’underwater theater (letteralmente “teatro sott’acqua”) è una forma di spettacolo molto diffusa negli USA, ma anche in Italia, in cui ragazze professioniste (vere e proprie stunt) mettono in scena delle performance acquatiche, didattiche o di intrattenimento, proprio facendo le sirenette.

L'idea del corso Mermaid è quella di allenare il corpo e la mente divertendosi. Oltre a farti sentire un personaggio di fiaba, nuotare con la monopinna ti costringe a utilizzare i muscoli del bacino, gli addominali, i glutei, e tutti i muscoli del cingolo pelvico che normalmente sono poco utilizzati, permettendo di allenare e tonificare proprio le zone che più interessano alle donne.
Il Mermaiding agisce anche a livello emotivo perché favorisce la concentrazione, la consapevolezza del proprio corpo, affina la coordinazione, è un anti stress per gli adulti e fonte di divertimento per i più piccoli. Non è solo una questione di relax generato dall'assenza di gravità; ricerche scientifiche hanno dimostrato che il workout in acqua è un toccasana per il cervello. I neuroni infatti devono sempre mantenersi vigili per permettere ai muscoli di reagire alla spinta idrostatica: il corpo è costantemente impegnato a ritrovare l'assetto nel galleggiamento, nel pinneggiamento e nell’affondamento. Quindi se si vogliono mantenere giovani corpo e mente il Mermaiding è sicuramente consigliato.

Il corso è suddiviso in due fasi: la prima a secco durante la quale si effettua un allenamento dedicato ai distretti muscolari che più vengono utilizzati nella “scodinzolata” e allo stretching per prevenire i crampi da pinna, accompagnati da esercizi di respirazione propedeutici all'apnea; la seconda parte avviene in acqua, dove si affrontano una serie di esercizi con difficoltà crescenti e giochi finalizzati all'apprendimento della disciplina. Più aumentano le competenze, maggiori sono le performances. A fine corso, come completamento dell'attività in piscina, si organizza il “Battesimo in mare”. Le sirene vengono accompagnate a tuffarsi nel Blu per sentirsi “vere” sirene.

Questo è il motivo per cui, durante le lezioni, si effettua un “avvicinamento” alla Biologia Marina: ad ogni lezione viene presentato un organismo marino della prima batimetrica, forme di vita che si possono vedere comunemente nei nostri mari a bassa profondità, per insegnare ad amare il mare, capire i delicati meccanismi che lo regolano, per imparare a rispettare e a difendere questo delicato ambiente, nel quale ha avuto origine la vita.

Il risultato è evidente; tante sirene felici ed allenate che possono godere di due ore nel sogno e nella fantasia, e che finiscono la lezione rigenerate nel corpo e nello spirito. E' così grazie alla piccola Amarilli il mondo Mermaid è entrato anche in FIAS!


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