Quante bambine, esattamente come la piccola Amarilli, hanno avuto lo stesso desiderio, quante ragazze avrebbero voluto trasformarsi in una bellissima ed elegante sirena, con una coda colorata e luccicante, lunghi capelli ribelli, per poter nuotare liberamente nel mare, giocare con i delfini, raccogliere conchiglie, giocare con le onde.
Da sempre presenti nel nostro immaginario, le Sirene hanno origine da una mescolanza di miti greci con quelli nordici penetrati attraverso i popoli che invasero l’Impero romano; le straordinarie Ondine del folklore germanico hanno molto in comune con le nostre Sirene; esse sono emblema sia del mare e della sua attrattiva ma anche della sua estrema pericolosità, sia della Bellezza e, per estensione, del Sesso: due elementi indicati come, allo stesso tempo, invoglianti e insidiosi.
La Sirena è evidentemente un modello femminile primordiale, tipico di una visione che contrapponeva uomini e donne; in ogni letteratura soprattutto europea è incarnazione di femmina che strega e seduce con la propria grazia e il canto armonioso. Come ibrido, ricorda quanto la natura possa essere manipolata, manipolabile e imprevedibile, così come possono essere infinite le sue sfaccettature: tanto ben raccontato da Omero nell’Odissea, è un personaggio della mitologia classica indicata come una giovane e prosperosa donna nella parte superiore del corpo e di pesce nella parte inferiore.
La coda squamata talvolta la precede, nelle acque del mare, o ne indica un suo passaggio che si manifesta a un pubblico esclusivamente maschile. Inizialmente, era raffigurata come donna-uccello, come si può vedere per esempio nella bella decorazione di un piatto del VI secolo a.C. oggi al Museo Louvre a Parigi.
Tale personificazione pennuta della Sirena era connessa alla meno affascinante e tempestosa Arpia, dal volto femminile e corpo da rapace, e il suo passaggio dal cielo all’acqua resta sconosciuto, come pure la sua personalità: ambigua.
La Sirena è, infatti, duplice, sia nell’aspetto che nell’indole: attira con la propria bellezza e i gorgheggi straordinari e ammalianti i naviganti, incantandoli ma poi conducendoli verso gli scogli rocciosi delle isole al naufragio.
Questo essere non è quasi mai isolato ma agisce più comunemente in piccolo branco, come a testimoniare quanto l’unione (femminile) faccia la forza: una forza, in questo caso, capricciosa e spietata che tramuta la grazia in orribile realtà.
Ma torniamo al nostro quotidiano: Manuela, mamma attenta e propositiva, amante del mare e istruttore di subacquea, incomincia la ricerca per soddisfare l'esigenza della sua vivace bambina e, viaggiando su Internet scopre il mondo “Mermaid”.
Si accorge così che questo è un desiderio comune a molte bambine, ragazze e donne, che esistono code bellissime e di vari materiali, un mondo di gadget dedicati, e decide di dare corpo e struttura a questa fantasia.
Coinvolge nell'avventura le sue amiche, Alessia e Lidia, anch'esse Istruttori di Apnea e Subacquea, e nasce così il Corso Mermaid.
Cos’è il Mermaiding? Questo nuovo tipo di fitness acquatico che sta facendo tendenza è un mix divertente e intrigante tra il nuoto pinnato praticato in superficie o in immersione in apnea, il nuoto sincronizzato e un pizzico di underwater theater. L’underwater theater (letteralmente “teatro sott’acqua”) è una forma di spettacolo molto diffusa negli USA, ma anche in Italia, in cui ragazze professioniste (vere e proprie stunt) mettono in scena delle performance acquatiche, didattiche o di intrattenimento, proprio facendo le sirenette.
L'idea del corso Mermaid è quella di allenare il corpo e la mente divertendosi. Oltre a farti sentire un personaggio di fiaba, nuotare con la monopinna ti costringe a utilizzare i muscoli del bacino, gli addominali, i glutei, e tutti i muscoli del cingolo pelvico che normalmente sono poco utilizzati, permettendo di allenare e tonificare proprio le zone che più interessano alle donne.
Il Mermaiding agisce anche a livello emotivo perché favorisce la concentrazione, la consapevolezza del proprio corpo, affina la coordinazione, è un anti stress per gli adulti e fonte di divertimento per i più piccoli. Non è solo una questione di relax generato dall'assenza di gravità; ricerche scientifiche hanno dimostrato che il workout in acqua è un toccasana per il cervello. I neuroni infatti devono sempre mantenersi vigili per permettere ai muscoli di reagire alla spinta idrostatica: il corpo è costantemente impegnato a ritrovare l'assetto nel galleggiamento, nel pinneggiamento e nell’affondamento. Quindi se si vogliono mantenere giovani corpo e mente il Mermaiding è sicuramente consigliato.
Il corso è suddiviso in due fasi: la prima a secco durante la quale si effettua un allenamento dedicato ai distretti muscolari che più vengono utilizzati nella “scodinzolata” e allo stretching per prevenire i crampi da pinna, accompagnati da esercizi di respirazione propedeutici all'apnea; la seconda parte avviene in acqua, dove si affrontano una serie di esercizi con difficoltà crescenti e giochi finalizzati all'apprendimento della disciplina. Più aumentano le competenze, maggiori sono le performances. A fine corso, come completamento dell'attività in piscina, si organizza il “Battesimo in mare”. Le sirene vengono accompagnate a tuffarsi nel Blu per sentirsi “vere” sirene.
Questo è il motivo per cui, durante le lezioni, si effettua un “avvicinamento” alla Biologia Marina: ad ogni lezione viene presentato un organismo marino della prima batimetrica, forme di vita che si possono vedere comunemente nei nostri mari a bassa profondità, per insegnare ad amare il mare, capire i delicati meccanismi che lo regolano, per imparare a rispettare e a difendere questo delicato ambiente, nel quale ha avuto origine la vita.
Il risultato è evidente; tante sirene felici ed allenate che possono godere di due ore nel sogno e nella fantasia, e che finiscono la lezione rigenerate nel corpo e nello spirito. E' così grazie alla piccola Amarilli il mondo Mermaid è entrato anche in FIAS!
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